Avevamo scaricato le valigie, avevamo ritirato le chiavi dei bungalow, ora non ci restava che risolvere il secondo problemino d’aritmetica della giornata e rispondere all’annosa questione: chi si prende la “camera” matrimoniale e chi si stringe nei letti a castello?? L’operazione di divisione dei materassi era resa ancor più delicata dalla recente rottura tra Ipocondriaca e Golfista dopo tre anni di tenera unione. Cosa saggia sarebbe stato che uno dormisse in un bungalow e l’altra nell’altro, ma il poveretto recentemente scaricato sperava ancora di riconquistare la sua faraona e s’era opposto con tenacia alla nostra diplomatica proposta (venata da gigantesco egoismo: chi avrebbe voluto stare in camera con due mollati freschi freschi??).
“Bhe una delle camere matrimoniali è nostra, siamo l’unica coppia, mica dormiamo nei letti a castello” rende subito chiaro Colombo. Sottotitolo: a noi il letto grande serve per fare il chupa, pensateci voi ad arrampicarvi come oranghi sugli altri.
“Io sono abituato a dormire con qualcuno se no non m’addormento” rende pubblico Neurone Solitario e nel dirlo indica Filosofo. “Dormo con lui che so che non allunga le mani”. Silenzio imbarazzante.
Single Ruspante, Infoiato Cronico e Crocerossino si squadrano, animati dallo stesso spirito di cameratismo e urlano in sincrono: “Noi dormiamo insieme”.
Quando realizzo che cosa mi aspetta mi guardo attorno, con una silenziosa preghiera negli occhi, in attesa di un aiuto insperato che non arriva. Anzi, Golfista lancia uno sguardo commosso prima a Ipocondriaca poi a me e se ne esce con un “Son contento di dormire con voi ragazzi”. Ecco, io no. Idem per Ipocondriaca che in un tentativo estremo di salvarsi pone le sue condizioni: “Vabbè, però noi nel bungalow con Colombo e Colomba, che almeno abbia un’altra donna sotto lo stesso tetto”. Andata. Tanto il peso dell’amato rifiutato ce lo saremmo gestito noi due. Maledetti loro e maledetta lei. Non poteva mollarlo sulla via del ritorno o appena tornati?? Proprio una settimana prima doveva realizzare che la storia era a uno stallo e che non aveva più senso continuare? Anche se in proposito c’era più di quello che era stata disposta ad ammettere e la vacanza presto si sarebbe tinta di giallo…
Ritemprato da una necessarissima doccia, ecco sorgere il terzo problemino d’aritmetica. Come ci dividiamo i letti?? Prima ancora che potessero accampare diritti ho detto tutto d’un fiato: “Uno dei letti sotto è mio”. “Io dormo sopra di te” mi ha seguito Ipocondriaca. “Vi voglio bene ragazzi” è stata la risposta di Golfista, segno che il caldo da alla testa. D’improvviso uno strano formicolio alle mani m’avvertì che il mio spirito da buon samaritano sarebbe stato messo a dura, no che dico, durissima prova. Cosa non avrei dato per poter essere a scalare il Gran Sasso coi gomiti!
Fortunatamente le due piazzole di nostra proprietà erano ombreggiate da un paio di favolosi salici (ombra benedetta!), sotto cui mangiavamo. Solo che da che mondo è mondo la roba non si cucina da sola. I baldi galletti della compagnia invece credevano ancora alla favola secondo la quale basta sedersi a tavola per vederla riempirsi di gustosi manicaretti e intingoli sopraffini. Di fronte a tanta pigrizia Colomba e Ipocondriaca furono categoriche: “Se noi cuciniamo sudando sette push-up, voi fate almeno la fatica di apparecchiare!!”. Si creò così una mirabile specializzazione della forza lavoro: Posatore di Bicchieri, Posatore di Posate in plastica, Posatore di Piatti, Posatore di Salviette, Posatore di Bottiglie e Posatore di Cibi. Una squisita e raffinata corte di nobili buzzurri. A me toccò la carica di Terzo Chef (sfigato il giorno in cui la Torquimamma m’aveva insegnato a far da mangiare) e Cameriere. I signori dei bungalow traevano infatti infinito piacere nell’essere serviti comodamente seduti al loro impeccabile desco. Il nostro compito era anche quello di prendere gli ordini e accontentare i difficili gusti dei nostri commensali. Niente sugo per l’uno, assolutamente vietato il pesto per l’altro, indigesto il melone a quell’altro ancora, indesiderato il prosciutto per il suo dirimpettaio.
Non era trascorso nemmeno il primo giorno e ero già li a chiedermi chi me l’aveva fatto fare, ma soprattutto…come sarei riuscito a resistere fino all’alba del settimo giorno??
Continua…
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