A me Verona non mancava. Mi mancava quello che rappresentava: sicurezza e affetti stabili. Ma la città in sé, la sua gente, i suoi casini e le sue logiche contorte, quelle no, non mi mancavano per niente. Anche nei momenti più scoraggianti e deprimenti della disoccupazione oltralpe io a Monaco ci stavo bene. Perché l’avevo scelta, immagino. A Verona ci sono nato e basta, mi ci sono ritrovato senza tante alternative. Per carità, volendo dare a Verona quel che è di Verona, senza gli anni di “apprendistato” qui, a Monaco non sarei sopravvissuto due settimane. Sarei impazzito, avrei pianto sul water come nelle peggiori sceneggiature e probabilmente avrei maledetto ogni singolo istante passato lontano dall’Adige.
Mi sono accorto invece che mi mancavano i luoghi. Le mie colline. Il Garda. I colori della mia terra d’origine. Vedere il paesaggio dentellato dal monte Baldo e dal Carega. Quando esco a fare una passeggiata o una commissione mi sembra ancora impossibile di essere di nuovo qua. Da un certo punto di vista è tutto nuovo, pur restando esattamente come l’ho lasciato mesi or sono. Ad aver cambiato non sono le facciate delle case del mio paese, ma il modo in cui le guardo. Anche le persone mi sembrano diverse. Più tristi. Non ho ancora visto nessuno ridere per strada. Ho visto invece sguardi persi nel vuoto, bocche all’ingiù e passi strascicati. C’è atmosfera da quiete prima della tempesta. Come se le persone trattenessero il fiato prima di un’incursione aerea. Forse più che del portafogli questa crisi è delle coscienze.
Altra cosa che non mi mancavano sono le mosche. Ma in Germania dove si erano cacciate?? In tre mesi di semi-reclusione ne avrò viste due in croce. Qua non fai ora ad aprire la finestra che entrano in branco. Fastidiose e moleste. Per non parlare delle zanzare. Di quelle a Monaco neanche l’ombra. Qui tempo due giorni e mi avevano già fatto parecchi prelievi del sangue. Si fossero degnate almeno di farmi avere l’esito delle analisi!! Dopo un primo momento di rilassatezza immediata e di gossip selvaggio sento come una tiepida nostalgia del tedesco. E del Rewe.
Ho capito che per quanto rocambolesca, insicura, incasinata la vita dell’espatriato è la vita che voglio. Da qui preparerò il mio rientro in terra germanica. Ora so per certo che il mio posto non è a Verona, non adesso almeno. E che le mie sensazioni di inadeguatezza e irrequietezza erano vere. Con la città di Giulietta ho sempre avuto un rapporto conflittuale. Io e lei non abbiamo mai avuto grande sintonia. L’ho sempre trovata chiusa e provinciale, dalla mentalità ristretta e piccolo borghese. Mi andava e mi va stretta. Specialmente il mio quartiere che nemmeno dopo 70 anni si rassegna a considerarsi Comune di Verona, ma si fa ancora un vanto di essere “paese”. Alt: non crediate che mi piaccia l’esatto contrario. Lo stereotipo della grande metropoli in cui si fanno e disfano le mode, in cui cambiando quartiere si cambia ambientazione e epoca storica. No no. Sono uno piuttosto modesto. La moderata borghesità di Monaco mi andava benissimo. Penso che questo sia il momento in cui la botta fuoriesce, in cui si forma la macchia viola. Questo è il momento della reazione a freddo. Quella a caldo è stata tutta sicurezze e divani. Soprattutto in questi giorni sto facendo autocritica. E approntando strategie. Monaco mi ha indicato la via. Alcune volte invidio quelle persone soddisfatte di una vita priva di slanci e saggiamente ordinaria. Una vita in cui tutti i passi seguono un piano preordinato, in cui l’orto davanti casa è tutto il mondo degno di essere conosciuto e da cui si trae infinita soddisfazione. Io sono piuttosto l’eterno insoddisfatto, il tipico curioso che sposta sempre oltre l’orizzonte, che una volta raggiunto l’albero sulla collina vede il fiume a valle e lo raggiunge. Da li intravede la foresta a sinistra e decide di esplorarla ecc ecc. Sono fatto così.
Di una cosa però sono sicuro. Non resterò a casa davanti al telefono in attesa che squilli. Voglio riprendere contatto con i luoghi che per me hanno significato molto e che erano un rifugio a breve distanza. Venezia, Sirmione, Gardone Riviera con l’inimitabile Vittoriale…Che se c’è una cosa che la disoccupazione a Monaco mi ha insegnato è di non restare fermi. Finchè si aspetta si può anche godere! Cercando di entrare in questa nuova fase con occhi aperti.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
adobe ha acquistato marketo
Marketo è stata acquisita da Adobe. Adobe, fornitore di software per l'esperienza digitale, ha acquisito Marketo nel settembre 2018 in...

-
Adobe premiere pro è il miglior programma per il montaggio video. Quando si parla di software di editing video, esistono due opzioni princ...
-
Adobe sta rivedendo il modo in cui vengono condotte le valutazioni delle prestazioni. Adobe non ha abbandonato le valutazioni annuali dell...
-
Le immagini utilizzate in Adobe Stock sono in genere protette da copyright. Non è possibile utilizzare le immagini Adobe Stock come parte ...
Nessun commento:
Posta un commento