...100! 100 TorquiPost, 100 scuse per parlare a vanvera, 100 monologhi balenghi.
Oddio, se vogliamo contare anche i passati interventi su Splinder che non sono riuscito a importare su Wordpress, mi sa che il vero post numero 100 lo abbiamo passato da un po’, ma non formalizziamoci troppo per queste quisquiglie. Vi pare? Guardiamo invece alla strada fatta, al cammino percorso finora.
Qui lo dico e qui lo nego: all’inizio non sapevo di che scrivere. Scrivere di sé mi è sempre sembrata una cosa piuttosto narcisista. Quei blog-elenco-della-spesa in cui Panco Pinco e Pinco Panco scrivono della loro giornata minuto per minuto li ho sempre trovati parecchio insulsi. Se hai voglia di farti un diario compralo in cartoleria e nascondilo sotto il materasso, ma non metterlo in rete. A qualcuno certo importerà della ceretta o degli etti di prosciutto comprati alla Coop, ma a me no di certo. Quindi, in attesa di idee migliori, ho cominciato condividendo l’estenuante settimana di cattività francofortese. Da li, non so come, è stato tutto un tragitto in discesa. E di strada ne è stata fatta davvero tanta. La sbronza postlaurea, il primo periodo di disoccupazione, il concorso, la vittoria della borsa di studio, il trasferimento a Monaco, il problema casa, sei mesi di tirocinio, le paturnie da tedescoapprendente, il breve ritorno a casa e ora la seconda disoccupazione pre-lavoro in terra bavara. Sfiancante solo farne un elenco. Un anno di svolta, un nuovo inizio e una nuova vita riassunti in 100 post. Si corre il rischio di diventare sentimentali…Ok dai osserviamo un minuto di silenzio così per sport. Fatto?
Ogni tanto quando scrivo un post, leggo i commenti o nuove idee bussano alla porta, sento zampillare l’euforia (o l’adrenalina, fate voi) nello stomaco. E mi ritrovo a pensare che aprire questo blog è stata una delle trovate più sagge della mia tenere esistenza. Perché per me questo blog è inesauribile fonte di soddisfazione. Di ispirazione. Di scambio. Di dialogo. Ha aperto finestre su di me e porte sul mondo. Su altri mondi. Vicini e lontani. E li ha uniti. Leggo di altri italiani che vivono ad Amburgo, Düsseldorf, Zurigo, Stoccarda, Londra e nel momento in cui li commento o loro commentano me, siamo vicini. Solidali. E non importa più che uno sia della Brianza e l’altro di Casal di Principe. Siamo italiani all’estero. Napoletani o torinesi, siamo italiani. E certe cose non cambiano, che uno sia nato nel tacco o nella cresta dello Stivale. Così come mi emoziono quando scopro di essere letto da italiani ex-espatriati che attraverso me ritrovano un po’ di quella atmosfera esotica che hanno vissuto.
Tagliando corto con le manfrinate e le melensaggini, il mio post numero 100 è perciò dedicato A VOI LETTORI, vicini e lontani, che con i vostri commenti, le vostre dritte o suggerimenti fate crescere questo blog e me. Perché questo blog lo scriverò anche io, ma senza di voi sarebbe più insipido di molti altri. Sono i vostri commenti che lo alimentano. Con il centesimo post del Projekt Dresden voglio dirvi GRAZIE DI CUORE. Grazie a quei fedeli lettori che fanno sentire la loro voce anche nei post meno brillanti, grazie a quei lettori silenziosi che leggono, ma non commentano, grazie ai futuri lettori che capiteranno sul P. Dresden e vorranno farne parte. Grazie a tutti quanti. E siccome questo post è per voi, desidero che anche i commenti lo siano. Quindi, se potete, stavolta invece di commentare me, commentate voi. Cosa vi piace o non vi piace del P. Dresden? Cosa secondo voi andrebbe cambiato o migliorato? C’è qualcosa di cui secondo voi dovrei parlare più diffusamente? Oppure se avete curiosità sul sottoscritto da chiedere o osservazioni da fare, questo è il momento giusto! Non siate timidi e fatevi avanti. Infilate la scheda di valutazione nell’apposita scatola dei commenti qua sotto ^^
Ihre Meinung ist uns wichtig. La vostra opinione è importante!
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